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Disuguitalia: i dati sulla disuguaglianza economica in Italia. Inserto del rapporto Ricompensare il lavoro, non la ricchezza (22.01.2018)

Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief il nome esteso in inglese) è una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. Ne fanno parte 18 organizzazioni di paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 nazioni. Nel gennaio 2018 l'ong britannica Oxfam pubblica un nuovo rapporto sulla ricchezza nel mondo alla vigilia del World Economic Forum di Davos, che vedrà riuniti nella cittadina svizzera il gotha mondiale dell'economia e della politica. Il World Economic Forum è infatti una fondazione finanziata da circa mille imprese associate, in genere multinazionali con fatturato superiore ai 5 miliardi di euro. Oxfam, nel rapporto, ci ricorda che l'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quanto il restante 99%. E si arricchisce sempre di più: l'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone. Oggi 42 ricconi possiedono più di 3,7 miliardi di persone. Anche in Italia la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani. A metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale. In Italia - è un'altro dei dati allarmanti - la quota di ricchezza dell'1% più ricco degli italiani supera di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione. Il divario, poi, cresce. Nel periodo 2006-2016 la quota di reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuita del 28%, mentre oltre il 40% dell'incremento di reddito complessivo registrato nello stesso periodo è andato al 20% dei percettori di reddito più elevato. Così nel 2016 - gli ultimi dati confrontabili disponibili - l'Italia occupava la ventesima posizione su 28 paesi Ue per la disuguaglianza di reddito disponibile. Subito dopo la presentazione di questo rapporto al Forum Economico di Davos nel gennaio 2018, scoppia lo scandalo "sessuale" delle prostitute di Haiti: una vera e propria "bomba a orologeria" per fatti avvenuti sette anni prima, che già si era provveduto a sanzionare internamente con licenziamenti e controlli, e che sembra avere l'obiettivo di screditare il lavoro contenuto nei rapporti sulle diseguaglianze (la cui divulgazione, chiaramente, rappresenta un problema per l'1% più ricco della popolazione mondiale). Il 9 febbraio 2018 il New York Times pubblica un'inchiesta sull'ONG britannica: alcuni dipendenti dell'organizzazione pagarono delle prostitute in cambio di favori sessuali ad Haiti nel 2011. Vennero fuori altre dichiarazioni di un dipendente Oxfam in Ciad secondo cui nel 2006 anche nel paese africano vi furono episodi analoghi a quelli accaduti ad Haiti. Oxfam ha confermato la veridicità delle inchieste del Times e dell’Observer. Infatti, già nel 2011 Oxfam aveva provveduto a operare un'investigazione interna che aveva portato all’allontanamento del personale coinvolto negli scandali: nel 2011, per esempio, si era dimesso Roland van Hauwermeiren, uno dei dipendenti coinvolti sia nello scandalo ad Haiti che in quello in Ciad. Oxfam aveva già adottato nuove procedure finalizzate a evitare in futuro comportamenti come quelli riscontrati in Ciad e ad Haiti: un team dedicato a indagare su casi di quel tipo, una linea telefonica protetta per le denunce e un nuovo codice di condotta. Nel febbraio 2018, Penny Lawrence, la vicedirettrice dell’ong, ha dato le dimissioni prendendosi la piena responsabilità di quanto avvenuto. Il governo britannico, comunque, ha fatto sapere che tutte queste misure non verranno considerate sufficienti: per avere di nuovo i finanziamenti dal governo, Oxfam dovrà consegnare tutti i risultati delle sue indagini interne alle autorità competenti. E' evidente l'intenzione di portare Oxfam a chiudere i battenti.
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