Allo stesso modo e nello stesso grado e senso delle altre arti, anche il cinema ha le sue radici ultime nella società, nella vita degli uomini; quindi anche per esso i molteplici fili che lo ricollegano alla storia reale e alla cultura del Novecento debbono stare sempre, da ogni punto di vista, in primo piano. Il presente lavoro è scritto proprio con questo intendimento. Non il grigiore indistinto di un manuale ha di fronte a sé il lettore, ma una storia critica sotto forma di mappa, vòlta a indirizzarlo e a guidarlo. Una carta di navigazione che ha lo scopo di orientare il lettore nel caos della sterminata bibliografia sul tema. Una scelta coraggiosa, senza pregiudizi, che vuol prescindere dai miti già acquisiti dalla precedente storiografia, per riallacciare il cinema alla storia e alla cultura del Novecento.
Escludendo tutto il superfluo, l’autore ci offre un’articolata panoramica che, partendo da grandi capolavori del muto come La passione di Giovanna d'Arco di Dreyer, La corazzata Potëmk in di Ejzenštejn o La febbre dell'oro di Chaplin, attraverso l’attività svedese di Bergman, il neorealismo italiano, il cinema giapponese di Kurosawa, giunge infine alla discussione dei contrasti fra realismo e avanguardia nel cinema moderno: dalla Nouvelle Vague a registi come Visconti, Antonioni, Wenders, Oliveira, Kubric,Davies e tanti altri.
Guido Oldrini (1935) è ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Bologna. Proveniente dalla scuola di Eugenio Garin, ha pubblicato numerosi saggi su Hegel e l'hegelismo in Europa, sui problemi della filosofia tardo-rinascimentale (La disputa del metodo nel Rinascimento, Le Lettere 1997) e sulla storia del marxismo.
Tra i suoi lavori come storico del cinema ricordiamo: La solitudine di Ingmar Bergman (1965), Problemi di teoria e storia del cinema (1976), Chapliniana (1979), Il realismo di Chaplin (1981), Gli autori e la critica (1991), Preliminari a una storia del cinema (2004).