Un libro a metà tra il racconto autobiografico e una narrazione ricca di spunti di riflessione politica, in un gioco di rimandi tra diversi piani di un linguaggio, ora intimista ora più oggettivato. La storia si dipana a partire da un dialogo interiore, a tratti visionario, tra una donna "non ancora così vecchia per trovare una qualche rassegnazione alla scomparsa dell'unico mondo conosciuto" e la bambina che è stata. Sullo sfondo di questo dialogo compaiono gli scenari e le speranze di una stagione politica ed esistenziale, non più riconosciuta da una memoria collettiva.