10 agosto 1867: una fucilata colpisce a morte Ruggero Pascoli. Quella morte inattesa, seguita subito da quella madre, scatenerà una serie di eventi che faranno sì che la vita di Giovanni Pascoli si svolga sempre all'insegna della sofferenza. Prima la dura lotta per studiare; poi la voglia di ricostruire, proiettandosi nel padre, la 'vecchia' famiglia con Ida e Maria (Mariù); la determinazione ad affermarsi come insegnante e poeta; poi lo scatenarsi di un amore inconfessabile e impossibile; di un nubifragio nell'alcol per lenire un dolore tanto forte: una dipendenza, tenuta all'epoca segreta per non 'comprometterne' l'immagine. In questo saggio-indagine, Vittorino Andreoli studia il 'caso Pascoli', facendo parlare i documenti, visitando i luoghi in cui vissero Giovanni e le sue due sorelle, interpretando alla luce della psicologia fatti che erano stati stravolti dalle versioni ufficiali. Quali erano i veri rapporti che univano il poeta alle sue due sorelle? Perché al suo grande successo come docente e poeta, Giovanni reagì rifugiandosi nel mondo stravolgente dell'alcolismo? Perché la sua poesia, soprattutto nei momenti più alti, è sempre segnata dalla tragedia del senso della morte? Vittorino Andreoli ricompone un quadro che ci lascia sconvolti, confermando, ancora una volta, la verità di una celebre frase di Tolstoj: 'Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia è infelice a suo modo'. … Me la miravo accantoEsile sì, ma bella:pallida sì, ma tantogiovane! Una sorella! Giovanni Pascoli