Perché un candidato alla Presidenza degli Stati Uniti può vincere le elezioni sbraitando menzogne come “Costruirò un muro fra gli Stati Uniti e il Messico e sarà il Messico a pagarlo”? Perché abbiamo voglia di comprare una confezione di Nespresso dopo aver visto l’ennesima pubblicità con George Clooney? Perché se ci troviamo in una città sconosciuta camminiamo con lo sguardo incollato allo schermo del telefonino, preoccupati solo di non perdere di vista Google Maps? Se non riconosciamo più le incoerenze logiche e ci facciamo guidare dagli impulsi emotivi, lasciando che siano altri cervelli (magari digitali) a pensare al posto nostro, che cosa sta succedendo? Logico e filosofo del linguaggio, Ermanno Bencivenga smaschera la più insidiosa delle catastrofi del nostro tempo: la capacità di ragionare rischia di scomparire. Ma ragionare significa tacitare le emozioni e gli impulsi per fare spazio alle idee e, soprattutto, a una discussione ordinata che le analizzi e ne determini il valore, aprendo nuove strade alla nostra convivenza. Raccontando la sua esperienza di professore, Bencivenga mostra che questa “catastrofe gentile”, tanto silenziosa quanto devastante, riguarda soprattutto le nuove generazioni, che sono più esposte alla proliferazione forsennata dei mezzi d’informazione e di comunicazione, diventati ormai troppo veloci e potenti rispetto al tempo che il pensiero logico richiede. Con il risultato inquietante che i giovani si abituano sempre più all’idea che qualcun altro, o meglio qualcos’altro, ragionerà per loro. Un saggio schietto e tagliente, che ci mette in guardia di fronte alle insidie di una mutazione antropologica che sottrae alla nostra specie la sua risorsa più preziosa: il ragionamento. C’è una catastrofe che insidia la nostra epoca. È la rinuncia alla nostra risorsa più importante: la capacità di ragionare.