Da sempre motivo di profonda curiosità, gli amori di Mussolini sono stati sinora ricostruiti essenzialmente su fonti di seconda mano, spesso riciclando aneddoti ormai risaputi.
Mimmo Franzinelli, grande conoscitore degli archivi storici italiani e stranieri, recupera dagli archivi di Stato e da fondi privati materiali e testimonianze finora inediti - i rapporti di polizia sulle donne del «Capo», le testimonianze di Claretta Petacci, le memorie dei collaboratori del duce, in particolare dell'autista Ercole Boratto - che consentono di ricostruire in chiave meno romanzata non solo le molteplici relazioni sentimentali di Mussolini, ma anche le sue piccole e grandi vanità, il suo bisogno di disporre contemporaneamente di più partner, la sua brama di possesso e il demone della gelosia che lo tormentava.
Divenuto duce del fascismo, ai rapporti (predatori) di cameratismo degli anni giovanili Mussolini preferisce relazioni centrate sulla sua assoluta supremazia e sulla subalternità delle partner: vive la propria sessualità come l'altra faccia della politica, convinto che la donna, come la folla, ami essere posseduta e dominata. Abituato a cogliere il piacere al volo, dove e come capita, s'accoppia fuggevolmente con cameriere e precettrici, con borghesi e con nobili, senza preconcetti di rango o di cultura: dalla francese Magda de Fontanges (sospettata di spionaggio e allontanata dall'Italia) all'influentissima Giulia Alliata di Montereale, principessa di Gangi; da Margherita Sarfatti a Maria José di Savoia (che gli si offrì nuda e che lui non seppe soddisfare). Alcune di queste storie nascondono risvolti drammatici, come nel caso della trentina Ida Dalser, che gli darà un figlio e che finirà rinchiusa in manicomio, o di Bianca Ceccato, sua segretaria al «Popolo d'Italia», costretta col ricatto a piegarsi alle sue richieste e poi fatta abortire.
Senza cedere a facili scandalismi, Il duce e le donne ricostruisce un segmento di vita italiana della prima metà del Novecento e offre un ritratto a tutto tondo dell'uomo che per un ventennio ha dominato l'Italia, individuando snodi emblematici tra dimensione personale e comportamenti pubblici.