Pier Paolo Pasolini si interessò al ruolo di Cefis dopo aver letto il discorso che tenne all'Accademia Militare di Modena il 23 febbraio 1972 sulla rivista di psicoanalitica 'L'erba voglio' di Elvio Fachinelli intitolato 'La mia patria si chiama multinazionale': Cefis descriveva l'imminente nascita della finanza multinazionale e il tramonto delle economie nazionali (questo sarà il contesto del romanzo 'Petrolio'). Fu lo stesso Fachinelli a donare a Pasolini nel settembre del 1974 la copia della rivista con il discorso di Cefis, insieme a un'altra fonte: il libro 'Questo è Cefis, l'altra faccia dell'onorato presidente' pubblicato nel 1972 dall'AMI (Agenzia Milano Informazioni) scritto da Giorgio Steimetz (pseudonimo dello stesso proprietario dell'AMI Corrado Ragozzino). Pasolini aveva intenzione di inserire integralmente il discorso tenuto da Cefis tra le due parti del romanzo 'Petrolio'.
Proprio in 'Petrolio' Pasolini descrive in modo estremamente dettagliato il passaggio dell'ENI-Montedison da impresa nazionale a multinazionale; esplicitamente nel romanzo richiama l'attenzione del lettore su questo processo di trasformazione all'interno della struttura di potere dell'ENI e sul ruolo chiave giocato dal protagonista Aldo Troya-Eugenio Cefis.
'Petrolio' è il romanzo-inchiesta (uscito postumo nel 1992) al quale stava lavorando poco prima della morte. Pasolini ipotizzò, basandosi su varie fonti, che Cefis alias Troya (l'alias romanzesco di Petrolio) avesse avuto un qualche ruolo nello stragismo italiano legato al petrolio e alle trame internazionali.
Secondo alcuni scrittori, tra cui Gianni D'Elia (che riprende gli argomenti del magistrato Vincenzo Calia), Pasolini fu ucciso dalla stessa persona che fece uccidere Enrico Mattei, Cefis stesso, proprio per le parole contenute nel romanzo 'Petrolio'.