Per la prima volta una storia della letteratura dell'Italia unita arriva fino ai giorni nostri, fino ai romanzi di Camilleri, di Ammaniti, di Melania Mazzucco, di Aldo Nove e di Simona Vinci.
In questo volume, infatti, Asor Rosa non si limita a ripercorrere le ultime fasi di quella modernità iniziata ed esplosa nei due volumi precedenti, ma analizza ugualmente «il declino del moderno», o postmoderno che dir si voglia, caratterizzato dalla crisi dei «disegni generali», delle ideologie, della persuasione di scrivere per cambiare l'uomo e la storia.
Un Novecento lungo in cui vengono ridefiniti gli statuti letterari che avevano contraddistinto l'operare degli scrittori nelle epoche precedenti. La letteratura come presa di posizione elitaria puntava tutto sulla distinzione e sull'originalità, viceversa nella società di massa il valore viene ricollocato dove ci sia il gradimento di molti se non di tutti. Questa è una delle cesure piú rilevanti raccontate in questo libro. Ma se la storia letteraria del Novecento (e Duemila) è un momento di grandi trasformazioni e radicali cambiamenti, è anche un percorso di permanenze forti. Come per la poesia, che con Montale e altri autori ha rappresentato il vertice qualitativo del secolo scorso, e che ancora oggi, secondo Asor Rosa, rappresenta il piú forte segnale di continuità con la tradizione.
© Δημοδάμας ὁ Ἁλικαρνασσεύς (ἢ Μιλήσιος) 2018