Plotino. La bellezza intelligibile
Introduzione, traduzione e commento, a cura di Christian Vassallo.
Description:... Il volume fornisce una nuova traduzione italiana, con introduzione storico-filosofica e commento del trattato plotiniano Sulla bellezza intelligibile (Enn. V 8 [31]). In Enn. V 8 [31] Plotino cerca di indagare il complesso rapporto tra il carattere “ideale” e quello “reale” della bellezza e delle sue diverse forme di manifestazione nel mondo. Tra queste, che la tradizione precedente aveva recluso negli spazi angusti dell’arte imitativa, il filosofo neoplatonico prende spunto dall’opera dello scultore, per poi ampliare lo sguardo verso altri aspetti della bellezza: in particolare, quello del suo essere (ontologia) e quello del suo valore (etica). Lungi dall’essere una semplice testimonianza della corrente mistica del pensiero antico, il trattato Sulla bellezza intelligibile è anche (forse soprattutto) un invito all’azione e un comando a rendere oggetto del proprio agire innanzitutto sé stessi. Come Fidia dimostrò, grazie al suo Zeus Olimpio, che un grande artista non può limitarsi a concepire l’ideale, ma deve anche realizzarlo concretamente nella realtà; così ogni uomo, se vero uomo, sa ergersi sulla materia che lo circonda e farsi tempio della Luce intelligibile.
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Der vorliegende Band bietet eine neue italienische Übersetzung samt einer philosophiegeschichtlichen Einleitung und Kommentar zur Abhandlung Plotins Über die intelligible Schönheit (Enn. V 8 [31]). In Enn. V 8 [31] untersucht Plotin die komplizierte Beziehung zwischen dem ‚ideellen‘ und dem ‚realistischen‘ Charakter der Schönheit und ihren verschiedenen Erscheinungsformen in der Welt, die von der früheren Tradition als künstliche Nachahmungen kritisiert wurden. Als Beispiel zieht der neuplatonische Philosoph das Werk des Bildhauers heran und erweitert daraufhin seine Untersuchung im Hinblick auf andere Aspekte der Schönheit, insbesondere ihr ‚Sein‘ (Ontologie) und ihren ‚Wert‘ (Ethik). Weit davon entfernt ein Beweis für den mystischen Teil des antiken Denkens zu sein, ist die Abhandlung Über die intelligible Schönheit auch im Besonderen ein Aufruf zum Handeln und ein Befehl an jeden Menschen, sich selbst zum Objekt seines Handelns zu machen. Wie Phidias anhand seines Zeus bewies, ist es für einen großen Künstler nicht möglich, nur das Ideale zu denken, er muss es auch in der Realität verwirklichen. Auf dieselbe Art und Weise muss jeder (wahre) Mensch über der Materie stehen und sich selbst zum Tempel des intelligiblen Lichtes erheben, das überall sein Leben beleuchtet.
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