Evoluzioni contemporanee nell'architettura funeraria
Description:... Quest’opera riassume le riflessioni di progettisti che agiscono sulla forma della città e dell’architetture. Chi vi ricercasse un repertorio statico di casi esemplificativi, o un’attenzione manualistica all’esposizione di soluzioni sperimentate, resterebbe deluso. I saggi che compongono il testo, a partire da quello centrale di Luigi Bartolomei, inseguono la fluidità delle situazioni che coinvolgono l’architettura funeraria nei più vasti e attuali cambiamenti della società occidentale rispetto alle tradizioni, ai riti e alle appartenenze religiose.
Escluse soluzioni di maniera, i saggi e i progetti raccolti si svolgono nel campo fertile e inesplorato dei nuovi spazi oggi richiesti dalla celebrazione del lutto (camere del Commiato, Giardini delle Rimembranze, Case Funerarie): fuoriusciti dai recinti delle “città dei morti”, dopo secoli di ostracismo, essi si avviano a una nuova integrazione con la “città dei vivi”, tracciando equilibri inediti nel fenomeno dell’abitare.
Il testo si può allora leggere come una prefigurazione degli esiti che una nuova “urbanistica funeraria” potrebbe avere nel disegno delle città contemporanee. La presenza inattesa di depositi fisici della memoria (i colombari) potrebbe aprire squarci di verticalità improvvisa, amplificando la densità semantica dei luoghi dell’abitare e rafforzandone l’identità.
Nell’ambito delle ricerche da tempo avviate sull’Architettura Sacra, la riflessione progettuale sulle architetture del commiato, mette a nudo l’uomo nella dimensione più radicale dei suoi interrogativi esistenziali. Il segno architettonico è chiamato a suggerire risposte che appaiono inesauribili in profondità e infinite per estensione di significati, sempre tendenti a ricomporre una rappresentazione panica dell’uomo e della sua costituzione esistenziale.
I casi selezionati alimentano una riflessione sulla figurazione spaziale, scavo architettonico che affonda negli strati mnemonici più profondi, in una corrispondenza che si dimostra significativa tra il primitivo ineluttabile interrogativo sulla morte, e l’analogo primitivismo dei proto-fenomeni architettonici che appaiono ricorrenti nelle architetture proposte a darle un luogo laico di celebrazione, oltre i recinti identitari connessi alle tradizionali appartenenze religiose.
Giorgio Praderio
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