Il metodo famiglia felice
Description:... *** DAGLI AUTORI BESTSELLER DI L'ETÀ DELLO TSUNAMI ***
A firma di due grandi esperti di parenting, un meraviglioso inno all'imperfezione: il primo libro che non ci spiega semplicemente come fare i genitori, ma ci insegna il significato di essere genitori.
Non è vero che tutte le famiglie felici si assomigliano. La felicità non è la totale assenza di problemi, non è un'unità di misura e nemmeno una foto incorniciata in bella mostra sopra uno scaffale del salotto. La felicità - in quel turbolento e sempre diverso ecosistema che si crea ovunque ci sia un rapporto tra genitori e figli - è piuttosto qualcosa che ha a che fare con la consapevolezza e l'autostima. Nelle parole di Alberto Pellai e Barbara Tamborini: «una famiglia consapevole ha un progetto e una direzione, non improvvisa le scelte educative e sa sfruttare i momenti chiave della vita». La coppia di autori del bestseller L'età dello tsunami torna con un libro unico nel suo genere, scritto nella chiave totalmente inedita del gioco e nel linguaggio semplice e comunicativo che li ha resi celebri, per insegnarci come il livello di autostima famigliare può condizionare l'insieme di abitudini e riti che regolano la vita quotidiana tra le mura di casa. Un manuale per potenziare l'autostima di tutti - dei grandi così come dei piccoli - attraverso un metodo fondato sui sei pilastri che reggono un nucleo domestico: la famiglia, gli amici, il corpo, le emozioni, la scuola e il lavoro, l'essere protagonista. Un viaggio da percorrere insieme, giorno dopo giorno, attraverso quiz, test, sfide creative e racconti esemplari per consentire a ciascuno di prendere coscienza dei propri pregi e dei propri difetti e sviluppare le competenze che possono fare di una famiglia una famiglia felice.
«Come ci comportiamo nei confronti dei nostri figli? Siamo capaci di crescerli al meglio? È quello che ogni genitore si chiede almeno un milione di volte nella vita. Questo libro ha il pregio di provare a rispondere partendo dalle imperfezioni. Per non fare i genitori, ma esserlo.» - il Venerdì di Repubblica
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