Tramite svariati passaggi mediani interrelati fra loro, questo libro conduce il lettore dal campo generale dell'estetica marxista, così come essa si è venuta costituendo lungo la sua storia, all'ambito - sempre generale - della metodologia, e poi dalla metodologia alla critica concreta delle arti, indagando circa il modo in cui il critico marxista si rapporta (deve rapportarsi) alle opere singole, quali singoli problemi egli affronta, di quali procedimenti e strumenti si avvale, come perviene alla formulazione di giudizi di valore. Numerosi esempi esplicativi, tratti principalmente dalla letteratura, dalle arti figurative, dalla musica, dal teatro e dal cinema, accompagnano e illustrano volta per volta, ciascuno nel suo ambito, i vari tratti del percorso, in vista del chiarimento del passaggio, con i mezzi del marxismo, dall'astrattezza dei principi di teoria alla concretezza dei risultati delle rispettive letture critiche poste in atto.
Guido Oldrini (1935) è ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Bologna. Proveniente dalla scuola di Eugenio Garin, ha pubblicato numerosi saggi su Hegel e l'hegelismo in Europa, sui problemi della filosofia tardo-rinascimentale (La disputa del metodo nel Rinascimento, Le Lettere 1997) e sulla storia del marxismo.
Tra i suoi lavori come storico del cinema ricordiamo: La solitudine di Ingmar Bergman (1965), Problemi di teoria e storia del cinema (1976), Chapliniana (1979), Il realismo di Chaplin (1981), Gli autori e la critica (1991), Preliminari a una storia del cinema (2004).