Ora che i canti di sirena che annunciavano albe radiose si sono spenti e il mutamento sociale si è radicato nel qui e ora, l'anarchismo si è inaspettatamente rimesso in movimento. Non c'è troppo da stupirsi, in realtà, perché l'anarchismo, se non vuole contraddire quella simbiosi tra idea e azione che lo costituisce e lo rende vitale, è movimento. Ma la sua attuale e tutt'altro che trascurabile rimessa in moto svela una sintonia con il momento storico in parte sorprendente. Oggi l'anarchismo sembra non solo più "adatto" ai cambiamenti sociali, culturali, politici e soprattutto tecnologici degli ultimi decenni, ma anche più consonante con le pratiche di dissenso messe autonomamente in atto da nuovi protagonisti sociali. E se questa convergenza si è prodotta, è anche perché l'anarchismo ha saputo rinnovarsi radicalmente, re-inventandosi nelle pratiche di resistenza, disobbedienza e sovversione attuate contro i dispositivi, altrettanto mutevoli, del dominio.